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I
BENI CULTURALI |
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Il
Castello della Rocca è stato il centro di una
controversia tra Federico II ed il Vescovo di Cefalù
Arduino per la sua proprietà, controversia conclusa
con la quasi totale vittoria della Chiesa. Successivamente il Castello
fu anche la prigione di Carlo II e sotto Alfonso V D'Aragona
fu venduto ai Ventimiglia e posteriormente comprato dal Vescovo
Sarzana.
La sua datazione storica è incerta perchè alcuni reperti
di scavo si riferiscono ad
una costruzione planimetrica relativa all'inizio del XIII secolo
mentre la presenza di pierreali argentei fanno pensare ad una datazione
lievemente successiva che si colloca verso la fine del secolo già
citato. L'edificio si presenta a pianta rettangolare e con due torri
ed i suoi resti sono protetti non solo dalla posizione strategica
sulla Rocca occupata dal sito stesso, ma anche da una cinta muraria
che li ingloba.
Santuario
e museo di Gibilmanna |
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Il
Santuario di Gibilmanna è dedicato alla Madonna.
Il nome del sito ha origine araba visto che si riferisce a "Gibel
el Mann" - Monte della Manna - o "Gibel el Iman"
- Monte della fede -. Già la sua posizione naturale, cioè
sulle pendici di Pizzo S. Angelo e con una certa altitudine, nonchè
la sua immersione in vari boschi costituiti da faggi, sugheri, olmi,
castagni e frassini, conferisce al sito un discreto fascino.
Pare che la sua origine sia abbastanza remota ed è ricondotta
alla nascita delle comunità cenobitiche benedettine, costituzione
determinata dal volere di Papa Gregorio Magno. Nel corso
dei secoli il luogo sacro si è arricchito notevolmente grazie
ai contributi importanti di altri ordini religiosi, passando nelle
mani di Eremiti ed anche Frati Cappuccini.
Ovviamente l'edificio sacro ha subito delle modifiche strutturali
nel corso dei secoli e quelle più evidenti e massicce si
riferiscono al periodo barocco.
Al suo interno troviamo innumerevoli espressioni dell'arte figurativa
a sfondo sacro, a partire dalla Cappella dedicata alla Madonna e
risalente ai primi anni del 1600 e contenente un affresco bizantino
dedicato alla "Madonna col Bambino".
Il già citato Museo qui conservato ha il merito di aggiungere
fascino storico e culturale a tutta la struttura ed offre la possibilità
di ammirare paramenti sacri, attrezzi ed opere realizzate utilizzando
materiali poveri.
Tra gli altri reperti qui conservati ricordiamo anche delle opere
relative ai luoghi di lavoro e le varie officine dei Cappuccini.
Si possono ancora ammirare reperti etno-antropologici testimonianti
l'arte del "fai da te" sfruttata anche dai frati e rappresentante
lo spirito francescano semplice e povero ed inoltre dei quadri da
considerare soprattutto come una discreta documentazione storica
relativa ai personaggi artefici della storia di Gibilmanna e soprattutto
dell'ordine religioso.
Per darne qualche esemplificazione, possiamo citare il quadro rappresentante
frate Sebastiano, il fondatore del Monastero presente in questo
sito ed anche quello dedicato a San Francesco e Santa Chiara.
In questo Museo, come si è già detto, si respira un'aria
di umiltà e di povertà che rispecchia il rinomato
spirito francescano, per cui non deve meravigliare l'assenza di
opere di artisti illustri o la presenza di particolari iscrizioni
ed opere autografate.
Il Museo destinato a ricoprire il ruolo di custodia delle varie
opere permette la fruizione del patrimonio artistico proveniente
dalle sedi conventuali cappuccine ed è intitolato a Frà
Giammaria di Tusa, vissuto nel XVI secolo.
Museo
Comunale Mandralisca |
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Altro
discorso merita il Museo Comunale Mandralisca, situato
proprio di fronte il Santuario del quale si è appena parlato.
Esso è stato fondato il secolo scorso, in funzione dell'omonima
Fondazione Culturale e grazie alle donazioni dei reperti artistici
e storici effettuate da Enrico barone di Mandralisca. Esso prevede
la presenza di varie sezioni, la Biblioteca, la Pinacoteca, Le sezione
archeologia, la Numismatica e la Malacologia.
I reperti qui conservati hanno una certa importanza e vanno da un'iscrizione
funeraria in greco databile nel I secolo A.C. ad una discreta collezione
numismatica che preserva varie monete riferibili alle varie città-stato
isolane ed altre relative a Cefalù e Lipari.
La ricchezza storica del Museo è determinata anche, come
si è detto, dalla presenza di una forte biblioteca, dove
l'aggettivo si riferisce ad una numerosa presenza di libri che hanno
un notevole interesse non solo culturale ma anche storico visto
che è possibile contemplare anche delle cinquecentine ed
due incunaboli.
Forse l'opera più famosa qui preservata e meritatamente ricordata
e citata ovunque è un dipinto realizzato da Antonello
da Messina e denimonato "Ritratto di Ignoto".
Occorre citare che la Pinacoteca che raccoglie questa importante
opera d'arte è molto ricca e le opere in essa preservate
abbracciano un periodo storico che va dal XV secolo al XIX.
La sezione archeologica inclusa in questo Museo presenta dei reperti
ritrovati dagli scavi effettuati in gran parte nel territorio che
circonda la città di Cefalù e nelle isole Eolie.
Altro reperto qui conservato che merita la menzione è il
"Cratere del Venditore di tonno" realizzato utilizzando
la tecnica "a figure rosse".
Qui
rigorosamente si deve parlare del Monumento più importante
della città, il Duomo d'origine normanna. Secondo
la leggenda che è tramandata, il nobile Ruggero II ne ordinò
la costruzione per ringraziare Dio che lo salvò da una tempesta
facendolo approdare a Cefalù. Come sempre, quando si parla
di simili storie, procedere con cautela è estremamente necessario
perchè i dubbi sono sempre in agguato.
In effetti i Normanni vanno ricordati ed apprezzati per aver contribuito
ad un notevole sviluppo delle arti figurative e delle costruzioni
in tutta l'isola, ma qui stupisce, a parte la leggenda qui menzionata,
la mancanza di notizie sulle motivazioni economiche e politiche
che abbiano portato il nobile Ruggero a scegliere questa città,
certamente una delle più piccole da lui dominate e lontana
dalla capitale del suo regno, per costruire questa imponente Cattedrale
che certamente non sfigura in mezzo elle altre edificate durante
tutta la dominazione normanna in Sicilia.
Di questa superba costruzione fondata nel 1131 colpisce innanzitutto
la sua massiccia figura quasi di fortezza accentuata dai due torrioni
presenti nella facciata e dalla stessa imponenza della struttura
che domina tutta la zona circostante. Essa nasce in un'area già
precedentemente urbanizzata, come è stato già menzionato
accennando al mosaico ed i reperti relativi ad una strada d'origine
romana qui ritrovati grazie a degli scavi archeologici. Per comprenderne
l'imponenza paesaggistica, occorre ricordare che esso domina tutta
la città vecchia ed è racchiuso tra un orizzonte marino
e la montagna dalla natura selvaggia che si delinea in lontananza
su di esso.
Tutta la scienza architettonica presente all'epoca della sua costruzione
è coinvolta nella sua edificazione: alcune influenze risalgono
alle regioni megrebine egiziane mentre il progetto prevede una certa
convivenza tra l'originaria architettonica islamica ed una successiva
organizzazione strutturale e soprattutto iconoclastica e liturgica
bizantina.
Dopo la morte del nobile Ruggero II, la chiesa subì inevitabilmente
una fase di decadimento e la conseguente dimenticanza del volere
del suo mecenate di renderla un pantheon normanno, ma fortunatamente
essa non ha perso, nel corso dei secoli che separano la sua edificazione
originaria dai tempi moderni tutto il suo fascino e bellezza, anche
se da alcuni piccoli dettagli si evince che la sua struttura originaria
non fu mai completata.
Delle fasi successive riguardanti la costruzione ricordiamo, ad
esempio, l'adozione del sistema decorativo a mosaici nell'abside.
Iniziando una accurata analisi della costruzione, non si può
fare a meno di cominciare dalla sua struttura esterna, la facciata,
preceduta da un terrazzo quadrato detto "turniale" ed
incastonata tra due forti torri quadrate che le conferiscono una
struttura fortificata ed a loro volta un po' sfoltite dalla presenza
di bifore e monofore e completate da una cuspide merlata.
Questa similitudine con una fortezza è alimentata anche dalla
presenza di una merlatura nella sua parte meridionale ed i frequenti
cunicoli e passaggi che collegano le varie parti dell'edificio.
La facciata è poi completata dalla presenza della Panittera,
che offre delle finte loggette ed una finestra ogivale centrale,
e dal portico realizzato da Ambrogio da Como e che presenta tre
archi con volte a costoloni e sorretti da colonne. Tale portale
fu realizzato nel XV secolo. Questo unico e superbo portale è
arricchito dalla presenza di intagli in marmo bianco ed aveva l'originaria
funzione di proteggere le pitture laterali custodite dalla Porta
Regnum.
La
costruzione della facciata terminò nel 1204.
Passando all'interno della chiesa, si deve cominciare parlando della
sua forma a croce latina e della sua suddivisione in tre navate
incastonate tra delle colonne e capitelli in stile siculo-normanno.
Il transetto ha una elevazione maggiore rispetto alle navate, anche
se il progetto originario prevedeva una altezza ancora maggiore.
Nel presbiterio sono evidentissimi gli splendidi mosaici che degnamente
assumono il ruolo più ricordato e rappresentativo della chiesa
e dei quali spicca la figura decisamente più imponente, il
Cristo Pantocratore presente nel catino absidale e che ha una mano
benedicente e l'altra che regge il Vangelo aperto in una pagina
specifica contenente la frase rinomata che individua il Cristo come
la luce di riferimento per i suoi seguaci. La sua rappresentazione
è simile a quella di altre chiese isolane, come ad esempio
quella di Monreale.
Tra gli altri mosaici incastonati nel presbiterio della chiesa ricordiamo
la Vergine orante al centro di quattro arcangeli, ed ancora figure
di Apostoli, Evangelisti, Profeti e Santi. Si possono ammirare,
inoltre, dei personaggi che parlano della regalità ed altri
che parlano di sacerdozio.
Tutti i personaggi biblici qui citati portano anche delle iscrizioni
in greco ed il latino che ne indicano il nome. Infine, nella crociera
sono presenti le raffigurazioni di quattro Cherubini e quattro Serafini.
I vari mosaici, con datazione riferibile al 1148 - com'è
attestato da una epigrafe qui presente -, furono egregiamente eseguiti
da artisti bizantini che seppero unire questa antica tradizione
decorativa orientale con un riferimento logistico differente e di
chiaro richiamo nordico.
Logicamente
la Basilica-Cattedrale presenta anche altre rappresentazioni delle
arti figurative aventi temi sacri e che meritano certamente la menzione.
Citiamo l'affresco del XV secolo dedicato alla "Madonna col
Bambino", vari monumenti funerari incastonati nell'aula basilicale
attualmente in restauro, una "Madonna col Bambino" realizzata
da Antonello Gagini nel 1533.
Ricordiamo, poi, gli stucchi neoclassici visibili nella Cappella
del SS. Sacramento, unico esempio di questa decorazione che prima
ricopriva altre parti della chiesa e dalle quali è stata
rimossa a causa di lavori di restauro.
Comunque, la presenza di questi pochi resti di altri stili decorativi
testimoniano la lunga vita della Cattedrale e di come essa fu adattata
ai suddetti cambiamenti stilistici e nel gusto popolare che avvennero
nel corso dei secoli.
La
bellezza di Cefalù non comprende solamente quanto visto fino
ad ora, ma anche altri monumenti sacri forse meno conosciuti rispetto
alla Cattedrale Normanna della quale si è parlato in precedenza,
ma certamente sempre meritevoli. Su queste Chiese si hanno varie
informazioni che aggiungono importanza storica alla città.
Chiesa
di S. Biagio
La Chiesa di S. Biagio, Vescovo e Martire, ha una
struttura nata dalla fusione di un'omonima Chiesa con quella dedicata
ai Ss. Crispino e Crispiniano, ma sulla sua origine temporale si
hanno pochi elementi certi, a parte alcune notizie relative al fatto
che tale costruzione originaria sia stata determinata dalla abolizione
di un'altra chiesa situata a qualche chilometro di distanza nei
primi anni del 1500.
La Chiesa si trova a poca distanza dal famoso Lavatoio già
citato e presenta una cappella con tetto a capanna, un prospetto
architettonico molto semplice che riporta un unico portale sovrastato
da una finestra ad arco.
Al suo interno sono visibili un altare conservato in un piccolo
ambiente ed un affresco raffigurante la Vergine. La Chiesa ha innanzitutto
un valore sacro e devozionale perchè preserva delle reliquie
del Santo al quale è dedicata.
Chiesa
di S.Sebastiano
Anche della Chiesa dedicata a S. Sebastiano si hanno
poche informazioni certe relative alla sua edificazione, anche se
sulla vecchia facciata si leggeva l'iscrizione relativa al 1523.
La struttura sacra è completata dalla presenza di un Convento
di S. Maria del Monte Carmelo. La chiesa si ricorda soprattutto
per la sua semplicità. La sua caratteristica principale è
la presenza, al suo interno, di quattro nicchie contenenti delle
immagini sacre dedicate a San Sebastiano, S. Teresa, S. Giuseppe
ed un Crocifisso ligneo ed una tela raffigurante La Madonna del
Carmelo circondata dal profeta Elia e S. Alberto.
Chiesa
di S. Oliva
Altra Chiesa cittadina è quella dedicata a S. Oliva
edificata nel 1787 vicino all'omonimo torrente. La Chiesa è
molto semplice e presenta un prospetto molto umile contenente un
portale con arco a tutto sesto ed alla quale si accede salendo da
uno scalino che conserva l'iscrizione relativa alla data di edificazione
della chiesa. Anche il suo interno è molto semplice, ad una
sola navata, che va ricordato per la presenza di due affreschi,
il primo dedicato a S. Oliva Vergine e martire e l'altro dedicato
alla Vergine Addolorata.
Chiesa
di Maria SS. della Catena o dell'Addoloratella
Un discorso più approfondito merita la Chiesa dedicata a
Maria SS. della Catena o dell'Addoloratella la cui
edificazione fu ultimata nel 1780.
Circa dieci anni dopo fu edificato il Collegino dell'Addolorata
che doveva ospitare delle donne in stato di bisogno, attività
che comunque non fu svolta per molto tempo e che riprende quella
svolta in precedenza dalla Comunità della S. Vergine Addolorata
che era collegata con la chiesa dedicata a Santa Maria del Borgo.
La Chiesa presenta un prospetto settecentesco noto per la loggia
sorretta da dei pilastri ed affiancata da due nicchie contenenti
due statue litiche. Una terza nicchia ospita la statua dedicata
alla Madonna. Il quadro esterno della struttura è completato
dalla torre campanaria che prevede la presenza di due orologi installati
alla fine del 1800, evento che comportò alcune modifiche
della struttura della torre stessa per permettere, appunto, l'installazione
degli ingranaggi degli orologi.
Il suo interno presenta un impianto molto semplice con una sola
navata e senza abside e transetto e ricordato soprattutto per la
presenza di una statua dedicata a S. Espedito ed una edicola dedicata
a San Rocco, il Santo tutelare della città.
Chiesa
del Purgatorio
L'attuale Chiesa del Purgatorio occupa uno spazio
che in precedenza ospitava vari immobili, tra i quali occorre ricordare
la Cappella dedicata a S. Margherita e la Chiesa di S. Stefano.
La struttura di questo ambiente sacro è uno dei pochi esempi
del barocco cittadino e presenta un prospetto arricchito dalla presenza
di figure di anime purganti, cornici e maschere.
All'interno di questa struttura sacra sono preservati la Cappella
del Crocifisso e di S. Pietro Apostolo che ospita a sua volta la
statua dedicata alla Madonna Addolorata.
Chiesa
di S. Giorgio / S. Leonardo
La presenza in città di una Chiesa dedicata a S. Giorgio
è attestata da vari documenti storici, anche se nel 1648
tale costruzione sacra fu intitolata a S. Leonardo
ed aggregata alla "Casa delle Orfanelle Riparate",
come si può apprendere da una lapide commemoratrice dell'evento.
Dell'originaria Chiesa ruggeriana resta solo un portale principale
occluso che colpisce per la sua struttura architettonica e figurativa
che prevede la presenza di un arco a sesto acuto incluso in una
raggiera di conci a ghiera.
Il suo interno è semplicissimo e presenta una struttura ad
aula la cui parte più interessante è certamente quella
riservata al coro.
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