"...Oltre,
oltre ogni splendida parvenza, velario di gemme, specchio d'oro,
parete di zaffiro, arazzo di contemplazione, tappeto di preghiera,
rapimento, estasi, oblio, iconostasi allusiva, schermo del Mistero,
dell'Amore infinito, della Luce incandescente". (Nottetempo,
casa per casa - Milano, 1992)
Si
concludeva così il racconto del mio approdo a Cefalù.
Da cui, come l'Ulisse dall'isola di Circe, non potevo più
ripartire. Sarei rimasto per sempre in questo paese della memoria
ritrovata, in questo scrigno d'ogni segno, in questo porto della
conoscenza da cui solo salpa il naviglio della fantasia.
Vincenzo
Consolo |
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